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INFORMAZIONI GENERALI |
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La regione ha un meraviglioso patrimonio di beni ambientali, di cultura e di arte popolare, di tradizioni etnomusicali, di poesie e di letteratura in lingua sarda, di Musei, biblioteche e pinacoteche ricche di cimeli del passato, di raccolte etnografiche e di produzioni artigianali di grande pregio, di chiese sontuose ricche di memorie, di monumenti archeologici, architettonici ed artistici di epoche diverse: mura, torri, castelli, bastioni, palazzi, fortificazioni litoranee e perfino foreste pietrificate. L'insieme dei beni naturalistici comprende 1.800 km. di coste con spiagge dorate dalla sabbia finissima, scogliere, isolotti, promontori, cale, grotte, raggiungibili dal mare, valli incassate, altipiani a terrazzo, montagne selvagge con torrenti, cascate, laghetti e una cinquantina di estesi laghi artificiali e poi riserve di caccia e bandite con mufloni, cervi, daini, cinghiali, volpi, lepri, conigli selvatici, ogni specie di volatile e perfino i piccoli cavalli della Giara. Le lagune costiere ospitano, anche in vicinanza delle grandi città, i fenicotteri rosa, i germani reali, centinaia di specie rare e avvicinabili da tutti sulle dune e tra i canneti lacustri. Nell'isola, dove non ci sono animali velenosi ed è possibile incontrare le foche e i mufloni, le solifughe e le aquile, i cavalli bradi e le capre selvatiche, c'è il mondo dei pastori e dei mandriani che allevano milioni di capi di bestiame e assicurano squisiti latticini, deliziosi formaggi e saporite carni dal gusto naturale, garantito dal pascolo spontaneo e dalle essenze vegetali profumate. La Sardegna non offre le sue attrattive soltanto sulle coste. Ci sono numerosi villaggi sulla montagna dell'interno, dove pare che la vita si sia fermata nell'incanto dell'architettura rustica spontanea, dei rituali paesani dei cortei, delle processioni religiose, delle feste, delle cerimonie pubbliche e private di costumanze comunitarie che fanno spettacolo e che non si dimenticheranno mai più. Per rendersi conto del valore e dell'importanza del mondo etnografico dei sardi, basta visitare uno dei tanti musei di civiltà locale o i grandi musei di Cagliari, di Sassari, di Nuoro e di Oristano con ordinate le sezioni riguardanti la vita e le tradizioni popolari, oppura basta assistere ad una delle cento sagre con le sfilate in costume di migliaia di partecipanti, nelle radunate collettive in cui gli elementi della Sardegna s'incontrano e si confrontano, oppure entrare nelle vecchi botteghe dei maestri dell'arte paesana per scoprire autentici tesori che richiamano una vita passata vissuta a misura d'uomo nel rispetto della tecnica tradizionale e di un gusto estetico collaudato da millenni. La Sardegna offre tanti aspetti eterogenei nel paesaggio, nelle abitazioni diverse da zona a zona, nei cento e cento costumi di gala, nelle parlate in lingua originale dove raffiorano gli strati semitici, latini, bizantini, catalani, castigliani e italiani, nella musica pregregoriana, nei numerosi strumenti fonici della musica anticlassica, nei canti monodici e corali, negli ornamenti preziosi dei gioielli, dei monili e degli amuleti magico-rituali, negli atteggiamenti e nei comportamenti pieni di sussiego o di puntiglio spagnolesco, ma quasi sempre improntati a lealtà, a sincerità, a generosità, tutti attributi della "balentia" positiva. C'è un antico detto isolano che afferma che in Sardegna si piange due volte: la prima quando un forestiero "viene sbattuto" in questa terra "diversa" dove si è convinti di non riuscire ad ambientarsi e dove tutto a prima vista appare ostile, ruvido, barbarico, incomprensibile; la seconda volta quando si deve partire e si scopre che l'isola con la sua gente, il suo paesaggio, le sue tradizioni è entrata nel cuore, tanto da diventare la tua patria.
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