INFORMAZIONI GENERALI


La montagna che ha plasmato il carattere della gente d'Abruzzo, ha favorito il perdurare di antichissime tradizioni. Molti oggetti, usi e tradizioni che si sono conservate fino ad oggi, affondano le radici nella preistoria dei cui resti la Regione conserva il campionario più completo d'Italia. L'incredibile varietà geografica, sui suoi diecimila chilometri quadrati di superficie, con altipiani, zone collinari, alte montagne che si ergono a ridosso del mare, hanno consentito la vita dell'uomo sempre, sia nei periodi glaciali che nei periodi caldi, quando elefanti, ippopotami e rinoceronti popolavano le rive dei suoi laghi. L'uso di vestiti di pelle di pecora o capra, di calzari a strisce di pelle, di recipienti ricavati da corni o zucche, di tanti altri oggetti primitivi, è cessato solo con l'affermarsi dell'industrializzazione. La ritualità pagana, ha resistito tenacemente al cristianesimo. Le abazie medievali si sovrappongono ai templi pagani solo nell'ottavo o nono secolo, negli stessi luoghi di culto. Alcune conservano ancora oggi precisi riferimenti pagani anche nello stesso nome: San Giovanni in Venere, Santa Maria Ara-Bona. Grotte culturali preistoriche o ripari sotto roccia, sono stati luoghi di eremitaggio mistico nel medioevo, o meta di pellegrinaggi religiosi fino a qualche decennio fa. Moltissimi riti religiosi, specie in occasione di feste locali, mostrano ancora chiaramente la loro origine pagana. Il rude dialetto conserva intatte alcune parole o frasi di saluto in purissimo latino, che la lingua italiana ha cancellato. I momenti più rappresentativi pre l'influsso stilistico dell'Ordine di S. Benedetto in Abruzzo, che hanno avuto un notevole significato storico e artistico sono: l'Abbazia S. Liberatore a Maiella, a Serramonacesca (fine X sec.); S. Clemente a Casauria, a Castiglione a Casauria (XI sec.); S. Maria di Catignano, a Bussi e S. Pietro ad Oratorium, a Capestrano (XIII sec.); S. Giovanni ad Insulam, a Isola del Gran Sasso (fine del XII sec.); S. Maria di Propezzano, nella val Vomano. Accanto a questo mondo rurale ricco di tradizioni arcaiche, sorgono però, ai piedi delle montagne, alcuni centri di produzione artistica artigiana che non sfigurano affatto al confronto con regioni geograficamente più fortunate e ricche. Già nel medioevo si produce una oreficeria di altissimo livello, che nel periodo rinascimentale raggiung celebrate espressioni artistiche, specie a Sulmona, Guardiagrele e Pescocostanzo. Dunque una terra ricca del suo antico passato, dove una scarsa presenza dell'uomo ha lasciato ancora ampi spazi ad una natura incontaminata (una ventina sono le riserve naturali istituite, sei delle quali curate dal WWF: Lago di Penne, Lago di Serranella, Maiella orientale, Forca di Penne, Abetina di Rosello e Gole del Sagittario) e a ben tre parchi nazionali. Quello più antico, il Parco d'Abruzzo, ha infatti due "fratelli" recenti: il Parco del Gran Sasso-Laga e il Parco della Maiella-Morrone, dei quali si attende la perimetrazione ufficiale. Aggiungiamo pure il parco regionale del Velino-Sirente. Della presenza umana si hanno soltanto labili tracce remote di cacciatori dei paleolitico. Una terra abitata da gente devota al culto di Marte, il Mamers dei Sabini, e nonostante ciò, valorosa ma gentile e ospitale. E ancora oggi queste caratteristiche si tramandano in Abruzzo di famiglia in famiglia.

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