DALLA PIANA DI CATANIA
AI COLLI DEL CALATINO


Dirigendo verso Caltagirone, attraverso la Piana di Catania, si incontrano le cittadine di Militello, Vizzini e Grammichele. Se nella prima la sosta e d'obbligo per ammirarne i meravigliosi palazzi e le fontane di bella architettura cinquecentesca e seicentesca, nella seconda si ritroveranno memorie verghiane di grande suggestione, come la famosa Cunziria, nella quale, il grande scrittore, qui nato, ambientò il duello della Cavalleria Rusticana. Grammichele, invece, è estremamente interessante per lo sviluppo geometrico della sua pianta esagonale, e per il suo impianto urbano disegnato da Carlo Maria Carafà, Principe di Butera quando, dopo il disastroso terremoto del 1693, la città dovette essere interamente ricostruita. E, infine giungiamo a Caltagirone, la città che, da sola, meriterebbe le pagine di un intero e, fors'anche, inesauribile libro. Adagiata ad anfiteatro, su tre colli, consente di affermare, attraverso i reperti archeologici e gli insediamenti presenti nella zona, l'esistenza di una civiltà sicuramente anteriore a quello greco sicula. Detta Faenza di Sicilia, basta visitarla per comprendere il motivo di questa definizione. Qui, l'arte della ceramica, ha raggiunto, in ogni tempo, risultati incomparabili dei quali è testimonianza, ogni angolo di strada, ogni palazzo, ogni fontana. E, qui, nel 1759, nacque Bongiovanni Vaccaro, ceramista di tale fama che fu chiamato dall'arciduca Ferdinando III ad ornare, con le sue opere, la villa di Poggio Imperiale. Non da meno furono i suoi fratelli, Giacomo, Francesco e Giuseppe, le opere dei quali si trovano, oggi, nei musei di tutto il mondo. Il cammino che, dalla Preistoria ai nostri giorni, ha percorso la ceramica calatina, è testimonianto dai preziosi reperti del Museo Statale della Ceramica di Caltagirone, primo ed unico istituto che documenta l'evolversi tecnico ed artistico di questa cultura. Tra gli artisti di oggi, ancora operante, sebbene vecchissimo, vogliamo ricordare Giuseppe Bonaccorso, autore di magnifiche figure sacre e di Presepi, già presenti nelle più importanti collezioni italiane ed estere. Ma, se a Caltagirone è impossibile non restare stupefatti dinanzi alla scalinata di S.Maria del Monte, con i suoi 142 gradini larghi 8 metri dalle alzate decorate in ceramiche policrome, tutte diverse l'una dall'altra, o passare davanti all'antica dimora dei ceramisti Ventimiglia, anch'essa un tripudio di scintillanti smalti, non si possono dimenticare le altre mille pietre che parlano della storia splendida di questa città. Qui, infatti, tra il '400 ed il '600, operarono artisti quali Antonello da Messina, Antonio Gagini, Polidoro Caldara da Caravaggio, e, successivamente, Rosario Gagliardi, Paolo Amaro, Natale Bonaiuto e G.B. Basile, lasciando, al nostro tempo, incomparabili tesori d'arte, di tutte le epoche, la cui descrizione sarebbe sempre inferiore alla realtà della loro pregevolezza e della loro immortale bellezza.

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